Ecomuseo del marmo

Ecomuseo del marmo

L’argomento principale, che caratterizza l’Ecomuseo di Frabosa, è il marmo, coltivato in passato in numerosi luoghi di cava locali. Di fatti le valli monregalesi sono note storicamente per la ricchezza di siti marmiferi, trai più importanti di tutto il Piemonte.
Considerando che l’Ecomuseo è per sua stessa natura lo specchio dell’identità culturale di una comunità, si è ritenuto importante che fosse la comunità tutta a dover concorrere attivamente per ritrovare memoria del proprio passato. Solo in questo modo infatti abbiamo recuperato quell’enorme patrimonio di esperienze, ricordi e tradizioni, di cui spesso sono custodi pochi anziani delle famiglie del luogo.

Nei secoli il marmo di Frabosa, nelle sue svariate colorazioni, dal Bigio al Nero Vallone, dal Giallo al Verzino, dal Viola Piemonte al pregiato Persichino, acquista progressivamente fama come materiale da utilizzare per decorazioni architettoniche di notevole pregio artistico.

Il Seicento segna l’apice di questo successo e numerose chiese torinesi di questo periodo ostentano colonne, basi, specchiature ed altri elementi architettonici in pietra caratteristicamente frabosana.
È però nella Cappella della Sindone che si trova la massima celebrazione. Per volere di Guarino Guarini infatti si utilizza nella cupola dell’edificio il Bigio di Frabosa, di cui ci si premura di ottenere lo sfruttamento in esclusiva della cava. Per la prima volta il marmo grigio piemontese è usato per opere di decorazione, in luogo dei neri e gialli più noti sino ad allora.

All’interno dell’atrio del Comune di Frabosa Soprana è fruibile uno spazio espositivo che illustra l’iter del materiale, dai luoghi di cava a quelli di destinazione, più e meno noti, facendo luce sul tipo di vita e sui metodi di lavoro degli scalpellini. Il visitatore può così conoscere l’ubicazione delle varie cave e come veniva estratta ed in seguito lavorata la pietra, per poi esser trasportata nei punti di stoccaggio o direttamente sul cantiere di messa in opera. Campioni di materiale, manufatti di varia complessità in pietra realizzati a Frabosa, attrezzi originali, laboratori e visite guidate sui luoghi di lavorazione arricchiranno il percorso, offrendo un’informazione variegata ed il più possibile completa. Ulteriori azioni sono state svolte per acquisire i dati relativi al tema del marmo, cercando nel contempo di conservare il sapere autentico degli anziani scalpellini, intervistando quelli ancora reperibili nel comune.

Il secondo tema proposto dalle azioni Ecomuseali è quello dei cosiddetti “coltelli Frabousan” già dal 1790 storica produzione degli artigiani del paese. Questa tradizione fu quasi estinta negli anni ‘60, ma oggi è stata recuperata e valorizzata grazie all’Associazione di Promozione Sociale “Frabousan Ki Taiou”, che propone visite al laboratorio di coltelleria, organizza ogni anno una mostra dei ferri taglienti denominata “tratto dal fuoco” a cui sono invitati i principali coltellinai artigiani della provincia di Cuneo.