Oltre alla valle Loana ed alla stessa Val Grande, Malesco capoluogo, Finero e dintorni, furono interessati in modo diretto dagli eventi bellicosi della Lotta della Resistenza del 1944 e inseriti, per questo motivo, in percorsi storici intitolati a personaggi della resistenza ossolana: i sentieri Teresa Binda e Nino Chiovini. Nel giugno 1944, a Malesco, nei pressi dell’Asilo, quindici partigiani furono catturati dai fascisti durante il rastrellamento della Val Grande e successivamente imprigionati e torturati; furono fucilati a Finero il 23 dello stesso mese. All’ingresso dell’abitato di Finero é stato posto un monumento dedicato a loro e dietro al cimitero sono ancora visibili in un muro i fori dei proiettili, tragici segni dell’esecuzione. Per commemorare questi uomini della resistenza, il Comune di Malesco ha realizzato, nella piazza di fronte al municipio, una grande seduta semitonda dominata da una fontana. Un altro pezzo di storia della resistenza in Valle Vigezzo si incontra proseguendo sulla strada provinciale da Finero verso Cannobio, a circa 3 K dal paese, dove si snoda una sequenza di strette curve a strapiombo nella roccia (oggi bypassate da una galleria). Una di queste curve, nell’autunno del 1944, fu teatro di un agguato ai due comandanti della resistenza partigiana Attilio Moneta di Malesco e Alfredo Di Dio da parte dei nazifascisti provenienti dalla Val Cannobina. Il luogo è segnalato da un busto e da lapidi, unici elementi aggiuntisi all’immutato scenario del tempo. In questi luoghi vennero girate alcune riprese del film “Quaranta giorni di libertà” ispirato alle vicende della Repubblica Partigiana dell’Ossola. Monumento all’aperto, in spazio pubblico.Scenari della resistenza
La storia e i monumenti della Resistenza in Valle Vigezzo
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