Ecomuseo: un museo del tempo e dello spazio
L’Ecomuseo si caratterizza e si differenzia dal museo tradizionale per essere un museo del tempo e dello spazio.
Del tempo perché si riferisce sia al passato sia al presente, si proietta verso il futuro e non privilegia sezioni storiche particolari e definite.
Dello spazio perché il bene da conservare è il territorio nel suo insieme, con tutte le espressioni e i segni del lavoro sedimentati nello spessore dei secoli.
L’Ecomuseo non si limita, pertanto, a valorizzare solo alcune parti, ma estende la sua azione a interi insiemi paesistici. Sistemi dove particolari fattori naturali e sociali hanno, nel tempo, plasmato e condizionato il modo di vivere, l’economia, le tradizioni e la cultura delle comunità”.
[tratto dal sito della Regione Piemonte]
L’Ecomuseo della Pietra Ollare (“Leuźèrie”, nel dialetto maleschese) e degli Scalpellini è, inoltre, uno dei nuovi ecomusei approvati della Regione Piemonte il 27 marzo 2007 e comprende l’intero territorio di Malesco. Il paese, già Comune del Parco Nazionale della Val Grande, ha ottenuto dal Touring Club Italiano il riconoscimento di Bandiera Arancione.
Ecomuseo: un museo del tempo e dello spazio
La realtà ecomuseale va oltre i confini fisici di un museo in senso stretto e, con le sue cellule e i suoi punti di interesse, racchiude un territorio più ampio: in questo caso, Malesco.
I suoi obiettivi sono la tutela del ricco patrimonio culturale, ambientale e tradizionale. Il fil rouge è la pietra e in particolar modo la pietra ollare, utilizzata fin dall’antichità per la realizzazione di manufatti di varia natura, di uso domestico ma anche architettonico e urbanistico.
L’ecomuseo è, quindi, da considerare come uno strumento di sviluppo sociale e culturale a disposizione della propria comunità.
La pietra, il mueso, il paesaggio, la storia
tutti da scoprire.