Donne che filano – Fèmmen chi fileŋ

Durante la stagione invernale viste le rigide temperature era d’obbligo stare in casa, davanti al camino e in alcune case  c’era una stanza chiamata stufa “stìve” o “stivùn “ con al centro una grossa stufa di sasso di Laugera “ leuzerie” che scaldava tutto il locale.

Qui si radunavano tutti i componenti della famiglia e in alcune occasioni anche del vicinato, le donne si trovavano alla veglia serale “ i fèmmen i van in ville”.

Si passava la serata recitando il Rosario, ricamando, filando la lana e la canapa “ cannul”o facendo un maglione “ tricotè” , raccontandosi gli avvenimenti della giornata e una storia “ristotùle” dopo l’altra e inoltre accadeva che si parlasse anche del malocchio “ le fisiche”.

Anche gli uomini alcune volte si univano all’allegra riunione, magari intrecciando noccioli per fare i gerli “zuèri” oppure semplicemente scaldandosi vicino al fuoco “sil crèt sul fei”.

“Facciamo Rivivere il Paese”
Scoprire o ritrovare usi e costumi del passato attraverso un viaggio reale e virtuale che appaga la vista e arricchisce l’intelletto.

Progetto ideato e realizzato dall’Accademia dei Runditt di Malesco, liberamente tratto dalla “Storia di Malesco” di Giacomo Pollini 1896 e da testimonianze scritte ed orali di Maleschesi.

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Progetto realizzato con il contributo di:

in collaborazione con:

Illustrazioni di Lorenzo Cancelli

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