Ragazze che vanno alla fonte – Màtai chi van al canùŋ

Un tempo non c’era acqua corrente nelle case, per cui per qualsiasi necessità si andava alla fontana con un secchio “sègge”, oppure con un recipiente a doghe “amnàgge” o “adnàgge” che veniva portato a casa ed appoggiato vicino alla cucina.

A Malesco ogni fontana aveva il suo nome ed in passato erano quattro.

Una era il “pozzo”, così chiamata per il suo lavatoio a forma di pozzo quadrato, situata nell’attuale Piazza Pèserie, la seconda chiamata “l’albi”nella strada che proseguiva verso Re all’inizio dell’attuale Via Roma, la terza “il Canun”, nell’attuale Piazza Repubblica e la quarta “il Canonetto” nella Piazza Pasquaro.

L’acqua delle fontane proveniva da un riale sopra il paese, veniva raccolta, per essere pulita dalle impurità, in un tombino chiuso di pietra e scorreva nei tubi che fino al 1878 furono di larice o pietra ollare, sostituiti poi dalle condotte in piombo quando si fece costruire un ultima fontana nel nuova Piazza Sostine, all’ingresso del paese.

Nelle case l’acqua corrente arrivò soltanto dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale.

 

“Facciamo Rivivere il Paese”
Scoprire o ritrovare usi e costumi del passato attraverso un viaggio reale e virtuale che appaga la vista e arricchisce l’intelletto.

Progetto ideato e realizzato dall’Accademia dei Runditt di Malesco, liberamente tratto dalla “Storia di Malesco” di Giacomo Pollini 1896 e da testimonianze scritte ed orali di Maleschesi.

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Progetto realizzato con il contributo di:

in collaborazione con:

Illustrazioni di Lorenzo Cancelli

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