Dal latte si ricavavano burro e formaggio che oltre al consumo personale venivano venduti nelle vallate vicine. Il latte munto si faceva riposare in un contenitore “misùr”, la mattina dopo si toglieva la panna. Per produrre il burro si metteva la panna nella zangola “ biravùrie” e con lo scuotimento manuale di un bastone con un cerchio, la panna montata si trasformava in burro. Per produrre il formaggio, il latte veniva scaldato nel pentolone “cheulérie” e si metteva il caglio. Nel periodo estivo all’alpeggio, “ in boggie” cioè tutto insieme, il latte prodotto dal bestiame “ vàch”e “càver” di diversi proprietari, veniva trasformato in burro e formaggio e spartito tra di loro. Durante la stagione invernale venne introdotto dal 1877 un sistema simile denominato Latteria Sociale, nella quale le famiglie che volevano partecipare portavano il latte che veniva misurato volta per volta e segnato sul registro. Ogni giorno un socio a turno lavorava il latte, i ricavi di quella giornata e l’invenduto erano del socio, tranne il formaggio segnato con la matricola che veniva diviso a fine stagionatura, poi a fine stagione tramite il registro si sistemavano i conti. Malesco fu il Primo paese in valle ad avere una latteria, i locali della latteria sono ancora visitabili presso il museo del Parco Nazionale della Val Grande. “Facciamo Rivivere il Paese” in collaborazione con: Desideri ulteriori informazioni?
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