Pastorello con le capre – Gugnìŋ cun i càver

Durante il periodo estivo, mentre il bestiame era all’alpe, ogni famiglia per il sostentamento teneva al paese una o più capre.

Esse venivano radunate nella cosiddetta “roide “ in una piazza del paese, verosimilmente la piazza Pasquaro, e condotte tutte insieme ai pascoli vicini al paese, per rientrare a sera nel centro abitato.

I pascoli e i periodi nei quali portare le capre erano ben regolamentati e gratuiti per i maleschesi.

Il pastore, un ragazzo del paese, riceveva un compenso per ogni bestia pascolata e a turno, ogni giorno, le famiglie gli davano pane e formaggio per la giornata e sale per le capre.

A seconda delle caratteristiche le capre avevano diversi nomi : capra giovane “inzèlle”, capra bicolore  “culumbìde”, capretto “iulìŋ” e caprone “bèch”.

“Facciamo Rivivere il Paese”
Scoprire o ritrovare usi e costumi del passato attraverso un viaggio reale e virtuale che appaga la vista e arricchisce l’intelletto.

Progetto ideato e realizzato dall’Accademia dei Runditt di Malesco, liberamente tratto dalla “Storia di Malesco” di Giacomo Pollini 1896 e da testimonianze scritte ed orali di Maleschesi.

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Progetto realizzato con il contributo di:

in collaborazione con:

Illustrazioni di Lorenzo Cancelli

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